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Photo by Tim Gouw on Pexels.com

“Guarda, c’è questa cosa interessante negli esseri umani, proprio quella cosa che ci fa sembrare un po’ selvaggi, anche quando siamo in giro come turisti. Sai, siamo stati in giro per millenni, da quando eravamo scimmie sugli alberi fino a quando ci siamo stabiliti in città enormi. Ma sai cosa? In qualche angolo nascosto di noi c’è ancora un po’ di quella selvaticità ancestrale, ed è proprio quando diventiamo turisti che emerge.

Il turista, soprattutto quando è fuori dal suo ambiente, mostra un lato di sé che sembra non voler seguire le regole universali di buona educazione e rispetto. Si comporta come se il fatto di essere in vacanza gli desse il permesso di fare tutto ciò che gli passa per la testa. Urinare ovunque, fare chiasso a qualsiasi ora del giorno o della notte, sembra che tutto sia concesso. E poi si lamenta di tutto, confrontando costantemente il suo paese d’origine con il posto in cui è in visita.

Povero turista, specialmente se viene in Liguria con l’intenzione di fare come gli pare. Qui i liguri hanno un carattere aspro, proprio come le scogliere che si tuffano in mare. Il loro umore cambia come il vento e parlano un dialetto ruvido e antico, testimone di secoli di storia. I liguri sono come gli ulivi che crescono in terreni difficili e regalano i loro frutti solo a chi sa come raccoglierli. Per gli altri, sono come un mare infinito.

Cos’è un turista per un ligure? È colui che rompe la monotonia del tempo, che spezza la routine di giorni tutti uguali. Come diceva quella canzone di Conte, Genova sembra avere giorni tutti uguali, eppure è questa costante, questa unicità nel rimanere invariata nel tempo, che rende il ligure davvero speciale.”