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Fermare l’attimo e fermare il tempo prima che sfugga dalle dita…( Model shot at Nikon day Via A. Cecchi Genova 24/11/2012)
Pubblicato da Neox | Filed under Elucubrazioni mentali
25 domenica Nov 2012
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Fermare l’attimo e fermare il tempo prima che sfugga dalle dita…( Model shot at Nikon day Via A. Cecchi Genova 24/11/2012)
Pubblicato da Neox | Filed under Elucubrazioni mentali
15 giovedì Nov 2012
Posted Elucubrazioni mentali
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anarchia, democrazia, governo, malgoverno, Politica, popolo, rivoluzione
Con l’avvento della politica si è innescato quel processo irreversibile che ha portato l’Italia e il mondo sull’orlo del baratro.
Già da molto tempo la democrazia ha esalato il suo ultimo respiro e cioè da quando le leggi di mercato e la ragion di stato hanno avuto la meglio sui bisogni dei singoli individui.
La politica ha fallito, i discorsi pomposi lastricati di paroloni incomprensibili hanno fatto il loro tempo, l’uscita dal tunnel invece è quanto mai distante, perché chi governa prolunga giorno dopo giorno quella galleria con i mattoni dello spettro della recessione, già in atto per altro. L’economia è un fantasma preso in prestito dalle banche che come sanguisughe si attaccano alle secche mammelle di mamme sterili , e l’Europa è un sogno che si è trasformato in un incubo, che volenti o nolenti si deve portare a termine.
L’analisi anche per uno come me che ha visto la politica come un male che porta in cancrena gli stati, ora vede i politici come i germi portatori della pesta nera.
La cura esiste, ma non viene somministrata, e chi muore sono sempre le stesse persone, che già sono morte milioni di volte.
La politica, secondo un’antica definizione scolastica, è l’Arte di governare le società. Il termine, di derivazione greca (da polis “πόλις”, città), si applica tanto all’attività di coloro che si trovano a governare quanto al confronto ideale finalizzato all’accesso all’attività di governo o di opposizione.
Il solo confronto “reale”che vedo adesso è quello nelle strade, il potere contro il popolo, la ragion di stato che si abbatte stretta nella mani della polizia, che invece che essere il popolo, rappresenta il potere. L’unico confronto reale che vedo, è il sangue che scorre rabbioso con e un fiume in piena e che insozza le coscienze di chi “dovrebbe”governare. La sola voce che sento viene dall’alto e spazza via come un tornado milioni di voci che all’unisono urlano una sola cosa, rispetto.
Ma non c’è considerazione, per chi dovrebbe essere e non è, per chi dovrebbe avere una voce e non la ha, dovrebbe esistere, ma è cancellato.
Esistesse un antidoto, lo avrebbero già trovato, ma contro questa cancrena che corrode la società, contro la politica corrotta, vie è una sola cura; l’anarchia, e se è questo che volete questo avrete.
12 lunedì Nov 2012
Posted Elucubrazioni mentali
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aiuto, disponibilità, educazione, interagire, internet, servizio clienti, Social media, telefono, voce
Molto spesso e almeno nel mio caso quando colloquio, cerco sempre un’interazione con la mia controparte. Non sono solo vuote parole che il più delle volte si perdono nel vortice di un racconto, ma un sana curiosità. E’ un interesse di conoscere, di sapere di più di chi mi sta’ davanti (o al telefono), la mia azione più che nel parlare si espleta nello saper ascoltare, infatti, il lasciare esprimere gli altri è indice di rispetto oltre che di buona educazione, (il che non guasta mai).
Intrattenersi piacevolmente diventa invece interessante quando siamo noi a dare piccoli imput per fare si che la conversazione si diriga sui “nostri” binari.
Nei social media, la sintesi, l’essere concisi, brevi, stringati è un obbligo, chi viaggia sui social, non ha tempo da perdere perché il suo tempo è prezioso nella misura in cui, in un lasso breve temporale deve reperire più informazioni possibili, in questo caso l’essenzialità del dialogo prevale anche sugli sviluppi futuri.
La frase “una telefonata allunga la vita”, mi fa preferire in certi casi alla sinteticità di un testo scritto, la prolissità di una chiacchierata.
Certo vi sono modi e tempi atti ad attuare questo sistema, e sicuramente una mail può risolvere il problema, ma quante possibilità ci sono che una mail venga poi effettivamente letta?
l buon vecchio telefono, ovvia a questo inconveniente. A voce, si “sentono” i problemi, si “afferrano” le necessità, se il dialogo si dipana tranquillo, tutto si spiega. Al telefono, come dicevo prima possiamo avviare una conversazione, fatta da chi parla e chi ascolta con reciprocità, e a secondo delle domande del nostro interlocutore, possiamo dunque; rassicurarlo, indirizzarlo, aiutarlo a scegliere, e aiutarlo a capire, possiamo spiegare e se necessario a spiegare ancora.
Una voce disponibile, è ben meglio di mille fredde parole.
11 domenica Nov 2012
Posted Scrivere
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adagio, assistenza, assistenza clienti, condividere, condivisione, conoscenza, fiducia, internet, intima, reciprocità, Social media
Per chi lavora come me nel campo del web e più precisamente nel settore dell’assistenza clienti, sa’ che il rapporto con il cliente è la base fondamentale delle future interazioni tra l’utente e (in questo caso l’azienda) che fornisce dei servizi.
Una buona correlazione tra il fornitore dei servizi e il suo fruitore, non finisce con l’espletamento di una prestazione (magari telefonica), ma anzi, sia invece l’inizio di una “collaborazione”, che si spera possa dare buoni frutti in futuro per entrambe le parti.
Ma vediamo cosa si intende per collaborazione:
1) confidenza.
Abbiamo già visto che una buona dosa di familiarità faciliti certe operazioni, se il nostro interlocutore ha fiducia in noi e sente che dall’altra parte del filo, non vi sia solo una voce asettica, ma un bensì volto con un nome e un cognome, allora si sentirà portato a una maggiore stima e si lascerà guidare più facilmente dai nostri consigli.
2) conoscenza.
Una più intima confidenza porta entrambe le parti in causa ad aprirsi maggiormente l’un l’altro, se si è familiari, non si ha la titubanza a parlare dei propri problemi, ed è in questo ambito che la conoscenza più profonda di certe problematiche, porti a una più rapida soluzione celle stesse.
3) lasciarsi guidare.
Se vi è fiducia, vi sarà di conseguenza e specialmente da parte del nostro assistito, una maggior consapevolezza che il nostro operato sia predisposto sempre a fin di bene. Sarà poi il cliente stesso, secondo le sue argomentazioni, a lasciare a noi la soluzione più pratica e veloce del problema.
4) prospettive future.
Non solo assistenza, sono solo tecnicismi dunque, ma una più ampia visione di ciò che ci circonda, nuove opportunità fornite dai social media, da piccoli software, dai aiuti “gratuiti” e costanti e la presenza continua di una “persona”, che sia occhi e voce, una amico, anche fuori dagli schemi abituali.
5)fiducia.
La fiducia è alla base del vivere comune, dell’interazione, del dare e avere, senza fiducia non vi sarebbero le basi del vivere comune, della condivisione e di ciò per cui che l’essere umano sia stato creato, la socialità.
6)la reciprocità.
Uno dei pilastri del nostro vivere sociale dare per ricevere, ma anche donare senza aspettarsi nulla in cambio, in nome di quel vivere civile che i nostri genitori ci hanno insegnato, e se riceviamo qualcosa in cambio poco importa se sia stato per cortesia, noi siamo la misura con cui ci rapportiamo agli altri.
Penso sia finita l’epoca grigia dell’asetticità, dell’opacità delle comunicazioni, oggi vivere social ed essere social non basta , bisogna fare si che i nostri rapporti con gli altri, inizino dove finiscono gli altri.
11 domenica Nov 2012
Posted Elucubrazioni mentali, Scrivere
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condividere, democrazia, farsi sentire, google, internet, la primavera, libertà, obama, opinioni, share, Social media
Senza ombra di dubbio l’avvento dei social media ( Facebook, twitter, Google + ecc.)nella quotidianità di molti di noi, hanno apportato un ulteriore sviluppo in positivo del nostro vivere “sociale”.
Condividere è diventato un atto dovuto, un dovere, a volte un obbligo morale, spartire le proprie esperienze, sentimenti, azioni con amici, conoscenti è divenuto un atto quasi inconsapevole facente parte oramai del nostro mondo. La stessa partecipazione, attiva o passiva è dunque un atto di libertà, di democrazia, come lo è l’elogio e la critica se costruttive.
Sui social media oramai, si condivide di tutto, dalle passioni, agli odi, dai sentimenti più i profondi, ai rancori più sentiti, le fotografie più intime sono accessibili, anche se chiuse all’interno del nostro “io”, tutto è indistintamente condiviso e a volte con accenti aspri, dimenticando che ciò che condividiamo è letto non solo dalle nostre cerchie, ma anche da occhi indiscreti.
La libertà così fatta è dunque solo un utopia, io sono libero fino dove comincia la libertà altrui, ma questo è solo un pensiero, del tutto opinabile.
Condividere dunque, nel bene e nel male. Non a caso grazie ai social media, abbiamo avuto la primavera araba, grazie ai social, si decreta l’ascesa o il fallimento di questo o quel politico, grazie ai social, Obama è stato rieletto, se questo vi pare poco.
Social media, una grande invenzione di condivisione e unione, o un’arma strategica di un “grande fratello“per tenerci sotto controllo, che parrebbe esseregli sfuggita di mano?
Se usata nel modo giusto, l’arma social media è una risorsa per il popolo, per quella maggioranza silenziosa, che adesso grazie alla tecnologia, può finalmente farsi sentire.
Non una parola di più
contengo moltitudini
altrimenti tutto è arte
Opere. (tell : 3403738117 )
Nasce dall'esigenza di dare qualche informazione utile sui mezzi di trasporto, ristoranti, guesthouse, luoghi e orari dei viaggi fatti.......lasciando la poesia alla fotografia
Parole, Pensieri, Emozioni.
Tutto quello che vorrei dire è già stato detto... queste sono le mie parole...
Esprimi il tuo pensiero in modo conciso perché sia letto, in modo chiaro perché sia capito, in modo pittoresco perché sia ricordato e, soprattutto, in modo esatto perché i lettori siano guidati dalla sua luce. (J. Pulitzer)