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Mugugno. (s.m., voce genovese di origine onomatopeica)
Voce, espressione sommessa di scontento, lamento, lagnanza, brontolio. Nel vocabolario marinaresco, brontolio di critica a un ordine dato, pur eseguendolo. I marinai di Camogli, reputati i migliori del mondo, per antico privilegio, avevano, rispetto agli altri, paga migliore e diritto al mugugno. (“Grolier”)

Quando il buon Dio creò gli uomini e li sparse qua e là per il creato, ahimè, vuoi per una sfortunata concordanza del destino, quando toccò al genovese, quest’ultimo cominciò a borbottare sommessamente, questo lamento continuo ed estenuante non tardò ad arrivare alle orecchie del Padre celeste che volle sincerarsi personalmente del perché di tutte quelle lamentele.

Bélin, fu la prima parola che il genovese espresse al cospetto del Creatore. “Hai! Ci siamo”, pensò tra se e se con rammarico il Padre eterno, ma ormai il più era fatto e non poteva di certo tirarsi indietro.

Così con infinita pazienza Iddio si mise ad ascoltare le lagnanze del genovese.
“Bèlin” riprese il genovese, in che posto mi hai messo? non c’è il mare, i monti sono distanti e ci sono troppo persone che parlano ad alta voce… Il Padre eterno rimase sorpreso dalle troppe lamentele di questa sua ultima creatura che tra tutte era l’unica che si lamentava in continuazione e per il bene placido di tutto il creato, spostò il genovese su un’isola sperduta in mezzo al mare, convinto così che lontano da tutti e tutto, il genovese la finisse con i suoi lamenti.

Purtroppo il mugugno sta’ al genovese come il giorno sta’ alla notte, il lamentarsi è insito nel suo sangue, come i globuli rossi.
Così il suo continuo borbottio si riprese a propagarsi per tutto il creato e anche nella solitudine di un’isola deserta spersa in mezzo agli oceani, gli echi dei suoi lamenti giunsero alle orecchi del Creatore che per farlo smettere gli diede per la seconda volta udienza.

“Bélin” disse il genovese, dove mi hai messo? sono solo, va bene che c’è il mare, ma non c’è altro e io non posso…capisci? Il Padre eterno, ancor prima che il genovese finisse con i suoi lamenti, lo portò in cima alla più alta montagna, augurandosi che se anche si fosse lamentato, i suoi mugugni venissero portati in via dai venti.

Purtroppo però essendo le montagne molto alte, il continuo bofonchiare del genovese giungeva alle orecchie di Dio molto più velocemente trasportato anche dai quattro venti, disturbando così il suo sonno pomeridiano.

“E’ la terza volta che mi disturbi”, disse Dio al genovese con aria di minaccia, ma quest’ultimo preso com’era dai suoi mugugni, pareva non lo stesse neanche a sentire.
Così il Padre eterno forse preso per la prima e unica volta da un impeto di rabbia, creò per il genovese un posto dove per nessun motivo potesse aver ragione di lamentarsi.
Mare e monti tanto vicini da toccarli entrambi con e dita, pose gli agglomerati umani né tanto vicini, né tanto distanti gli uni dagli altri, vi collocò sopra un clima né caldo né freddo, inventò per loro le quattro stagioni in modo che le condizioni atmosferiche si equiparassero in ugual misura. Pose tanti pesci nel mare quanti animali sulla terraferma e divise il giorno e la notte in giusta misura.

Tutto era tornato calmo, la notte era carezzata solo dal brusio del vento e il giorno dal lento scorrere del tempo.
La pace regnava sul pianeta terra, gli uomini vivevano in armonia tra loro…sino a quando una parola riprese a riecheggiare come sinistro presagio nei cieli sempiterni…”Bèlin”…e quel giorno il buon Dio, smise di parlare con gli esseri umani.